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Un interessante servizio sullo stoccafisso all’anconitana e sulla nostra accademia, sul sito web in lingua inglese www.eccolemarche.eu.
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Un interessante servizio sullo stoccafisso all’anconitana e sulla nostra accademia, sul sito web in lingua inglese www.eccolemarche.eu.
Si rinnova per l’ 8 Dicembre 2020 l’iniziativa dell’Accademia con lo stoccafisso d’asporto.
Sono 9 i ristoranti che hanno aderito: Trattoria Carotti, la DegOsteria, Ristorante Gino, Osteria della Piazza, La Moretta, Trattoria del Piano, Osteria La Bottega di Pinocchio, l’Arnia del cuciniere, La Cantinetta del Conero.
Fonte: CentroPagina 1 dicembre 2020, Peppe Gallozzi – Il sito web di cronaca ed attualità www.centropagina.it dedica un ampio spazio all’iniziativa dell’ Accademia dello Stoccafisso all’Anconitana.
Confermato l’appuntamento: un modo per aiutare i ristoratori. Il presidente dell’Accademia dello Stoccafisso Truja: «Non rinunciate alle buone abitudini: ordinate una cena d’asporto».
La giornata dedicata allo Stoccafisso all’anconitana, “Stoccafissando”, ci sarà, seppur in modalità diverse rispetto al passato, e si celebrerà l’8 dicembre. La notizia è diventata ufficiale nelle scorse ore e ha tranquillizzato le centinaia di appassionati che ogni anno hanno contribuito a renderla assolutamente unica nel suo genere.
A spiegare come avverrà, in tempo di Coronavirus, ci ha pensato il presidente dell’Accademia dello Stoccafisso all’Anconitana Pericle Truja: «Sarà una giornata virtuale perché non potendoci vedere dovremo procedere necessariamente in questo modo. Questa giornata l’abbiamo sempre celebrata nei ristoranti di riferimento, oggi vogliamo aiutare, sostenere e creare qualcosa di gradito per i nostri soci e per i ristoratori. Sarà una cena da asporto che si potrà prenotare e ritirare».
I ristoranti che hanno aderito all’iniziativa sono La Degosteria, Ristorante Gino, Trattoria Carotti, La Moretta, Trattoria del Piano, La bottega di Pinocchio, Osteria della Piazza, La Cantinetta del Conero e L’ Arnia del Cuciniere di Falconara. Sarà possibile prenotare telefonando alla consigliera dell’Accademia Cassandra Mengarelli.
C’è ottimismo da parte di Truja sulla risposta che può arrivare dalla gente: «Io penso che sarà buona, nel periodo di primo lockdown quando c’era la sola possibilità di delivery e neanche di asporto abbiamo organizzato altre cene virtuali in occasione del 4 maggio e del 2 giugno e sono andate molto bene. Noi facciamo da trait d’union, il resto lo fanno i ristoratori».
E sullo stoccafisso in senso stretto: «Lo stoccafisso arriva bene, secondo molti riscaldato il giorno dopo è addirittura più buono. Quello che chiedo a tutti è di non rinunciare alle buone abitudini: ordinate una cena d’asporto, apparecchiate la tavola con la tovaglia più bella, utilizzate i piatti e le posate della festa, mettete al centro della tavola un vaso di fiori o una candela. Sarà come essere a cena presso il vostro ristorante preferito ed avrete aiutato i nostri amici a superare questo terribile momento».
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Il Consiglio comunale, nella riunione di mercoledì 29 luglio 2015, ha assegnato la prima De.Co. (Denominazione Comunale) della città di Ancona. al piatto dello stoccafisso all’anconitana, quale identitario del territorio, parte integrante della sua cultura e strumento promozionale dell’enogastronomia locale.
Ricordiamo cos’è la DE.CO.
La Denominazione Comunale è un processo culturale, non è un marchio di garanzia di qualità, ma la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto/produzione/evento al luogo storico di origine.
In questo processo culturale, i disciplinari, le commissioni, e i regolamenti, mutuati dai marchi di tutela di tipo europeo(DOP, IGP, DOC, ect) sono perfettamente inutili, oltre che dannosi.(VEDASI BENE LA POSIZIONE DEL MIPAF E NON SOLO)
La De.Co (Denominazione Comunale) nascono da una idea semplice, del grande Luigi Veronelli che così le spiegava: “ attraverso la De.Co il “prodotto” del Territorio acquista una sua identità”. Le De.Co rappresentano uno strumento di marketing e di sviluppo del territorio e devono spingere ad invogliare i consumatori ad apprezzare i prodotti del territorio, nel territorio stesso d’origine.
Veronelli,ha aperto una strada, inventato un genere, vissuto e tracciato la via per l’affermazione della qualità. Ha lottato contro i poteri forti a difesa dei piccoli produttori.
A terroir, termine francese, preferiamo il latino genius loci, un equilibrio di forze ed energie caratteristico di un luogo definito e pertanto irripetibile.
Il percorso di programmazione partecipata GeniusLoci De.Co. ideato dalla Libera Università Rurale Saper&Sapor Onlus è stato inserito tra gli esempi virtuosi del -FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER LA TERRA E IL PAESAGGIO- “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori” Il Percorso prevede un modello dove gli elementi essenziali di relazionalità sono Territorio-Tradizioni-Tipicità-(intesa come specificità)Tracciabilità-Trasparenza che rappresentano la vera componente innovativa.Il nostro percorso si articola in 10 steps da condividere con il territorio e per il territorio. Il format è stato presentato, al Poster Session del Forum Pa di Roma, e a VALORE PAESE economia delle soluzioni organizzata da ItaliaCamp a Reggio Emilia.
Chi sono i custodi dell’identità territoriale?
I produttori agricoli ma anche i pescatori, custodiscono sapientemente un giacimento inesauribile della dieta mediterranea, costituiscono il collante tra i prodotti della terra e del mare e il territorio, rappresentano infatti gli ereditieri di un “savoirfaire” locale, portatori di valori specifici, artefici di una costruzione sociale e di una cooperazione che ha come risultato la qualificazione di un prodotto di cui i riferimenti sono l’identità del gusto. Le caratteristiche del prodotto sono irriproducibili in altri luoghi, cioè al di fuori di quel particolare contesto economico, ambientale, sociale e culturale, e pertanto uniche. Il prodotto del territorio è la risultante di questa interazione, e incorpora un sapere costruito nel tempo e condiviso all’interno di una collettività territorializzata e condivisa.Questo processo di accumulazione di conoscenza e di sedimentazione locale tramite interazione permette al prodotto di divenire l’espressione della società locale nella sua organizzazione, nei suoi valori, nelle sue tradizioni e nei suoi gusti adattati al contesto ambientale, economico, sociale e culturale del luogo.
I Custodi dell’identità territoriale, sono quindi destinati ad assolvere a un ruolo fondamentale, comunicare e far conoscere il territorio, il quale assume un importanza crescente anche nei confronti del visitatore, e del viaggiante, che ritrova nel prodotto, un insieme di valori, ivi compresi quelli identitari.
In questo percorso , chef, gastronauti, giornalisti, sommelier, associazioni, pro-loco, intenditori e appassionati, sono partners privilegiati, candidati ideali a divenire Custodi dell’identità territoriale.
Nino Sutera
lurss.onlus@gmail.com
L’autrice Stefania Sebastiani,
laureata in Lettere Classiche e specializzata presso la Scuola Nazionale di Archeologia di Roma, è nota ed affermata studiosa della città di Ancona e del nostro territorio.
E’ autrice di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo il catalogo del Museo archeologico di Camerino (1982), Arte ed archeologia al Conero (1986),Le armi picene a Castel Sant’Angelo (1991), Ancona, forma e urbanistica (1996/2004), Santa Maria della piazza(2001), Itinerari nel Parco del Conero (e book 2011) ha collaborato alla pubblicazione dei volumi: La geografia dell’Arte (2005) e Le storie dell’Arte (2012). E’ autrice della recentissima pubblicazione (giugno 2019) “La Cattedrale di San Ciriaco – Ancona”. Nel 2004 le è stata conferita la Civica Benemerenza con medaglia d’argento dal Comune di Ancona, per l’attività artistica – culturale svolta a favore della conoscenza e valorizzazione degli itinerari culturali ed il rispetto per l’ambiente.
Nota della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche
LA CHIESETTA DI SANTA MARIA DI PORTONOVO
di Stefania Sebastiani
Foto Maurizio Bolognini
Una pubblicazione, agile, ma documentata, dedicata alla chiesa romanica di Santa Maria, situata all’estremità della baia di Portonovo, meta di turisti e di studiosi in ogni mese dell’anno, attratti dalla sua storia, dalle sue specificità e in sostanza dalla sua bellezza. Dopo un breve inquadramento generale dedicato ai caratteri che contraddistinguono il monachesimo benedettino, punto di riferimento religioso e culturale nella società medioevale, insieme all’analisi degli elementi distintivi dell’architettura romanica in generale e in particolare nel territorio marchigiano, nel volumetto si affrontano le tematiche inerenti l’aspetto storico – ambientale, con particolare riferimento all’evoluzione paesaggistica, prima e dopo la grande frana che modificò completamente la baia.
Segue un breve excursus relativo alla “vita del monumento” dopo il suo abbandono all’inizio del XIV secolo, per giungere all’analisi dei diversi interventi di recupero attuati dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri dai funzionari della Soprintendenza, che si sono avvicendati e che hanno avuto a cuore il destino dell’edificio affidato alla loro tutela.
Si giunge quindi agli elementi architettonici che attestano la specificità e l’originalità del monumento, un gioiello del romanico, realizzato da maestranze non specializzate, in grado di piegare alle proprie esigenze le soluzioni costruttive adottate nell’architettura romanica. Il testo, patrocinato dall’Associazione Italia Nostra Onlus, a cui è stata affidata la valorizzazione e fruizione a seguito dell’avviso pubblico del MiBACT (19.12.2016) e dal Parco Naturale Regionale del Conero, corredato di numerose fotografie d’epoca e attuali, risulta polifunzionale, presentando più chiavi di lettura: destinate ai giovani che, accedendo al monumento, trovano elementi che favoriscono lo sviluppo di competenze didattiche, ma anche agli studiosi, che visitano numerosi la chiesetta di Santa Maria di Portonovo e per i quali è stata studiata una bibliografia essenziale, ma scientifica e aggiornata.