Fonte: AnconaToday, 27 aprile 2023
Ancona celebra lo “Stoccafisso de San Ceriago”, un evento ideato e organizzato dall’Accademia dello stoccafisso all’anconitana, con il patrocinio del Comune di Ancona. L’iniziativa, che quest’anno è alla sua terza edizione si terrà dal 2 al 12 maggio. Per tutto il periodo sarà possibile prenotare un tavolo nei 31 ristoranti aderenti di Ancona e dell’hinterland, dove si potranno gustare menù al prezzo concordato di 28 euro, che comprenderà una entrée, stoccafisso e patate, un calice di vino, acqua e caffè.
Il Presidente dell’Accademia Pericle Truja ricorda che “lo Stoccafisso si cucina in Ancona da oltre quattrocento anni e nel tempo la sua preparazione è andata cambiando e si è arricchita di nuovi ingredienti, che ne hanno dato il gusto e il sapore che oggi tutti possono apprezzare. L’ iniziativa è modo per dare un’offerta in più ai tanti avventori che saranno in città in occasione della Fiera di San Ciriaco. Ma soprattutto per inaugurare con una proposta accattivante la stagione turistica”. La Vicepresidente dell’Accademia Cassandra Mengarelli evidenzia come tutti i prodotti (ad eccezione del merluzzo) sono a km zero. La manifestazione dunque valorizza le produzioni locali, dai pomodori, alle patate, all’olio di oliva, ai vini, vere eccellenze anconitane e marchigiane. Un appuntamento che quello con lo stoccafisso de San Ceriago che riproponiamo per diffondere maggiormente la cultura gastronomica legata a questo piatto della tradizione.
Tra i documenti dell’Accademia c’è il “Disciplinare”, nel quale sono indicati gli elementi che devono rientrare nella preparazione dello stoccafisso all’anconitana, primo tra tutti lo stoccafisso del tipo Gadus Morhua, preferibilmente classificato ‘ragno’ o ‘westre Ancona’, essiccato all’aria nella zona d’origine, comunque ineccepibile dal punto di vista organolettico, poi le patate a pasta gialla che devono reggere la cottura, l’olio EVO marchigiano, il vino di cottura, Verdicchio Classico dei Castelli di Jesi, di Matelica o di Cupramontana, e gli odori. Gli ingredienti che caratterizzano il piatto sono stati indicati dai soci fondatori, ma non le modalità di preparazione, per far emergere le varie interpretazioni derivanti dalla storia e dalla cultura del territorio.