La vera storia dello stoccafisso all’Anconitana.
Si narra che, nelle fredde e lontane terre norvegesi, corrente l’anno 1455, Sua Maestà IL MERLUZZO, del nobile casato Gadus Morhua, dovendo maritare il suo figliolo prediletto STOCCAFISSO, lo inviò in terre lontane alla ricerca di Principessa di ugual naturale lignaggio.
Giunto nella marca d’Ancona, il reale giovane rampollo presentò le credenziali al consiglio dei Saggi all’uopo riunito.
Unanime fu la decisione:degna sposa non poteva che essere “colei che non vuole per crescere che aria, che sole, che tempo”, Sua Altezza l’Oliva, che al cospetto del Principe si commosse a tal punto da sciogliersi in olio.
A testimoni: Madama Patata e Messia Pomodoro.
Per il corteo i Paggi: Aglio, Prezzemolo, Sedano, Rosmarino ed Origano e le damigelle Carota, Cipolla e Maggiorana.
A dirigere ed amalgamare la Cerimonia il Gran Ciambellano Verdicchio.
In segno di gran giubilo, al popolo festante, il compito del lancio, moderato, di Sale e Pepe.
A suggello imperituro di tale felice e prolifica unione, fu chiamato il fuoco, lento e per ore.
Molti insidiarono la regale coppia: i fratelli minori dello sposo il Merlano nero, l’Eglefino ed il Brosmio, l’olio di semi e la fretta nella preparazione, ma gli sposi si amavano e vissero per secoli felici e contenti.
Il lento incedere del tempo li relegò, purtroppo, nelle fumose bettole del porto ed in disadorni e periferici “vino e cucina” finché, nel gennaio del 1997, in un noto e prestigioso hotel di Portonovo, alcuni tra i pochi cultori del piatto, non decisero di prendersene cura fondando
l’Accademia dello Stoccafisso all’Anconitana.
Scritta da Giuseppe Pandolfi per Stoccafissando 2004