Fonte: Il Resto del Carlino, 7 maggio 2023
Fonte: Il Resto del Carlino, 28.04.2023 di Claudio Desideri
Il cibo è uno dei “marcatori dell’identità umana, dell’appartenenza ad una cultura, ad una comunità, ad un territorio.” Il cibo è quindi cultura perché l’essere umano, anche se può mangiare di tutto, sceglie il proprio cibo e lo fa non solo secondo motivi economici e nutrizionali ma anche per ciò che il cibo rappresenta nella storia della sua gente.
Se tutto questo lo riconduciamo ad Ancona, il cibo che più di ogni altro la contraddistingue è lo stoccafisso. A questo piatto, che in città vanta più di quattrocento anni di tradizione è dedicato l’evento organizzato dall’Accademia dello Stoccafisso all’anconetana: “Lo stoccafisso de san Ceriago” che dal 2 al 12 maggio coinvolgerà ben trentuno ristoranti anconetani. “Con questa iniziativa – ha detto il Presidente dell’Accademia Pericle Truja – desideriamo offrire ai ristoranti, dopo due anni di pandemia, un’ulteriore possibilità di far conoscere la loro cucina e allo stesso tempo diffondere nella cittadinanza l’amore per questo piatto, nonché promuovere turisticamente Ancona e le sue molteplici bellezze.” L’Accademia, nata nel 1997, ha infatti tra i suoi obiettivi il “garantire la tutela della tradizione gastronomica anconetana legata allo stoccafisso e promuovere questa cultura fra la comunità anconetana e le genti di tutto il mondo”.
L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione è stata presentata ieri a Marina Dorica, gode del patrocinio del Comune di Ancona e consentirà, prenotando presso i ristoranti che hanno aderito, di gustare un menù con 300 gr, di stoccafisso e patate, un calice di vino, pane, acqua e caffè ad un prezzo concordato di 28 Euro.
“Saranno utilizzati tutti prodotti a chilometro zero, ad eccezione del merluzzo. – Ha evidenziato la vice Presidente Cassandra Manganelli – per valorizzare i prodotti locali dalle patate al vino, dall’olio ai pomodori”.
Sul sito dell’Accademia è consultabile il “disciplinare” nel quale sono indicati gli elementi che devono rientrare nella preparazione dello stoccafisso all’anconetana, primo fra tutti lo stoccafisso del tipo Gadus Morhua preferibilmente classificato “ragno o westre Ancona”, essiccato all’aria nella zona di origine.
Per chi volesse approfondire l’Accademia nel tempo ha pubblicato tre volumi: “L’olandese d’Ancona e lo stoccafisso” di Badaloni, Manini, Mengarelli, Alessandrini e Pasini sulla storia di come è giunto lo stoccafisso in città nel XVI secolo e due libri di ricette scritti da Cassandra Mengarelli: “Bim bum bam,.. stoccafisso e baccalà” e “52 ricette di stoccafisso“.
Il Presidente dell’Accademia avv. Pericle Truja ricorda che “lo Stoccafisso si cucina in Ancona da oltre quattrocento anni e nel tempo la sua preparazione è andata cambiando e si è arricchita di nuovi ingredienti, che ne hanno dato il gusto e il sapore che oggi tutti possono apprezzare. L’ iniziativa è modo per dare un’offerta in più ai tanti avventori che saranno in città in occasione della Fiera di San Ciriaco. Ma soprattutto per inaugurare con una proposta accattivante la stagione turistica”.
La Vicepresidente dell’Accademia Cassandra Mengarelli evidenzia come tutti i prodotti (ad eccezione del merluzzo) sono a km zero. La manifestazione dunque valorizza le produzioni locali, dai pomodori, alle patate, all’olio di oliva, ai vini, vere eccellenze anconitane e marchigiane. Un appuntamento che quello con lo stoccafisso de San Ceriago che riproponiamo per diffondere maggiormente la cultura gastronomica legata a questo piatto della tradizione.
Tra i documenti dell’Accademia c’è il “Disciplinare”, nel quale sono indicati gli elementi che devono rientrare nella preparazione dello stoccafisso all’anconitana, primo tra tutti lo stoccafisso del tipo Gadus Morhua, preferibilmente classificato ‘ragno’ o ‘westre Ancona’, essiccato all’aria nella zona d’origine, comunque ineccepibile dal punto di vista organolettico, poi le patate a pasta gialla che devono reggere la cottura, l’olio EVO marchigiano, il vino di cottura, Verdicchio Classico dei Castelli di Jesi, di Matelica o di Cupramontana, e gli odori.
Gli ingredienti che caratterizzano il piatto sono stati indicati dai soci fondatori, ma non le modalità di preparazione, per far emergere le varie interpretazioni derivanti dalla storia e dalla cultura del territorio.
Informazioni e elenco dei ristoranti aderenti alla manifestazione su www.accademiadellostoccafisso.com
Fonte: Altro Giornale Marche, 27-04-2023
ANCONA – Ancona celebra lo “Stoccafisso de San Ceriago”, un evento ideato e organizzato dall’Accademia dello stoccafisso all’anconitana, con il patrocinio del Comune di dorico. L’iniziativa, che quest’anno è alla sua terza edizione si terrà dal 2 al 12 maggio.
Per tutto il periodo sarà possibile prenotare un tavolo nei 31 ristoranti aderenti di Ancona e dell’interland, dove si potranno gustare menù al prezzo concordato di 28 euro, che comprenderà una entrée, stoccafisso e patate, un calice di vino, acqua e caffè.
Il Presidente dell’Accademia avv. Pericle Truja ricorda che “lo Stoccafisso si cucina in Ancona da oltre quattrocento anni e nel tempo la sua preparazione è andata cambiando e si è arricchita di nuovi ingredienti, che ne hanno dato il gusto e il sapore che oggi tutti possono apprezzare. L’ iniziativa è modo per dare un’offerta in più ai tanti avventori che saranno in città in occasione della Fiera di San Ciriaco. Ma soprattutto per inaugurare con una proposta accattivante la stagione turistica”.
La Vicepresidente dell’Accademia Cassandra Mengarelli evidenzia come tutti i prodotti (ad eccezione del merluzzo) sono a km zero. La manifestazione dunque valorizza le produzioni locali, dai pomodori, alle patate, all’olio di oliva, ai vini, vere eccellenze anconitane e marchigiane. Un appuntamento che quello con lo stoccafisso de San Ceriago che riproponiamo per diffondere maggiormente la cultura gastronomica legata a questo piatto della tradizione.
Tra i documenti dell’Accademia c’è il “Disciplinare”, nel quale sono indicati gli elementi che devono rientrare nella preparazione dello stoccafisso all’anconitana, primo tra tutti lo stoccafisso del tipo Gadus Morhua, preferibilmente classificato ‘ragno’ o ‘westre Ancona’, essiccato all’aria nella zona d’origine, comunque ineccepibile dal punto di vista organolettico, poi le patate a pasta gialla che devono reggere la cottura, l’olio EVO marchigiano, il vino di cottura, Verdicchio Classico dei Castelli di Jesi, di Matelica o di Cupramontana, e gli odori.
Gli ingredienti che caratterizzano il piatto sono stati indicati dai soci fondatori, ma non le modalità di preparazione, per far emergere le varie interpretazioni derivanti dalla storia e dalla cultura del territorio.
Informazioni e elenco dei ristoranti aderenti alla manifestazione su www.accademiadellostoccafisso.com