Accademia dello stoccafisso all’anconitana
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Domenica 17 dicembre all’Hotel Fortino Napoleonico – Portonovo – AN
Accademia dello stoccafisso all’anconitana
Domenica 5 Novembre 2017 ore 17.00 – Ridotto delle Muse di Ancona
Ingresso libero
Un appuntamento dove l’Accademia dello stoccafisso all’anconitana racconterà il legame di un piatto che dal 1600 è legato alla tradizione delle famiglie e della marineria cittadine per approdare poi sui tavoli delle cantine e delle trattorie e, più tardi, dei ristoranti, diventando parte integrante della cultura popolare
cittadina.
La Storia, le storie saranno raccontate per mantenere viva una comunità che ha dichiarato, lo stoccafisso all’anconitana, il “Gusto di un’Identità” e rappresenta per molti anconetani un rito di adesione a un’identità locale
E’ nel DNA dell’Accademia diffondere e valorizzare la conoscenza delle componenti del gusto gastronomico e tradizionale del territorio di appartenenza, nelle componenti appunto storiche e di costume.
E’ nel DNA promuovere e sostenere iniziative che interpretino al meglio la gastronomia (ma anche la vitivinicoltura e l’olivicoltura), che diventa un mezzo per raggiungere finalità di carattere sociale, civile, culturale e di ricerca etica e spirituale
“Tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco”.
Omaggiare la tradizione non è “chinare il capo al passato”, non è lasciare alle “ceneri del ricordo” il compito di portare fino a noi le immagini di un tempo ormai andato.
Omaggiare la tradizione è ben altro: è mantenere vivo quel “fuoco” che brucia vispo nei solchi lasciati dalle vite di chi abita questa terra, alimentarlo con storie evocative ed emozioni travolgenti. Ciò che rende così affascinante il fuoco è la sua indomabilità, è impossibile imprigionarlo così come è impossibile impedirgli di bruciare. Ecco che nasce la necessità di costruire un riparo, dove non si opprime la sua fiamma ma la si plasma, la si lascia ardere fiera seppur in balia del nostro volere.
La tradizione vuol dire consegnare al presente i tesori del passato. Il collegamento forte tra passato e presente, la preoccupazione a mantenere vivo questo collegamento fa sicuramente parte del nuovo corso al quale ognuno deve impegnarsi a partecipare.
Illustrazioni e testi di Galliano Rosset
Editrice Veneta, Vicenza, settembre 2017.
Copertina cartonata con sovraccoperta, 119 pagine
ISBN 978.88.8449.833.5
Volume, con numerosi disegni e copie di documenti storici, dedicato al piatto “principe” della tradizione vicentina e che ripercorre il viaggio del “pesce-bastone” dalle Isole Lofoten in Norvegia alle terre beriche.
Il bacalà (rigorosamente con una sola “c”) è un alimento che fa parte da secoli delle nostre terre e che, da parecchi decenni, ha assunto anche una importante funzione economica e promozionale grazie anche alle Pro Loco che si sono attivate con feste ed iniziative per promuovere questo piatto tipico.
Per raccontare la storia del bacalà, Rosset parte da lontano, dal fantastico viaggio del 1431 di Pietro Querini terminato con un naufragio che portò il navigatore veneziano a scoprire lo Stockfis, nell’isola di Røst, nell’arcipelago delle Isole Lofoten al largo delle coste Norvegesi. Di lì iniziano le vicende, raccontate con maestria dalla mano di Rosset, capace, con il suo accattivante modo di scrivere ed illustrare, di accompagnare il lettore dalle tempestose coste norvegesi alle nostre tavole, in un percorso che dura secoli ma mantiene intatta la sua attualità.
Stoccafisso all’Anconitana del Ristorante Gino
di Umberto Polverini
Per 4 persone
Ingredienti:
1 kg. di Stoccafisso già bagnato di prima qualità ( Ragno o Westre/Prima Ancona)
1 costa di sedano verde
1/2 cipolla di media grandezza
1 carota
2 agli
1 rametto rosmarino
2 peperoncini (facoltativo)
400 gr di pomodori di collina ( 2 barattoli)
1,5 kg. di patate
1/5 litro di olio extra vergine di oliva
1/3 di litro di vino Verdicchio dei Castelli di Jesi
½ litro acqua
sale q.b.
Procedimento dello Stoccafisso:
Pulire lo Stoccafisso togliendo la spina centrale, tagliarlo a pezzi e predisporli in una teglia dal bordo alto.
Macinare sedano, carota, cipolla e rosmarino e con questo trito condire lo Stoccafisso predisposto precedentemente in teglia, aggiungendo sale q.b., l’olio extra vergine di oliva, l’acqua il vino ed i pomodorini.
Far bollire per mezz’ora ed aggiungere le patate a spicchi grandi e metterle sopra lo strato di Stoccafisso fino a coprirlo totalmente.
Lasciarlo cuocere a fuoco lento per circa 1 ora.
Toglierlo dal fuoco e lasciarlo intiepidire lentamente.
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La classica ricetta prevedeva in passato di mettere uno strato di canne di bambù tra il fondo della teglia e lo Stoccafisso per non farlo attaccare, ma ora è sufficiente un griglia.
Preparazione del sugo diStoccafisso:
Ingredienti:
1/2 Kg. di ritagli di Stoccafisso
Odori da tritare a mano:
1 costa media di Sedano
1 Carota
1/2 Cipolla media
2 spicchi di Aglio
1 patata
Altri ingredienti:
1/4 di litro di Vino Verdicchio dei Castelli di Jesi
1/4 di litro di Olio extra vergine di oliva
3 pomodori maturi a pezzi
Peperoncino o Pepe (facoltativo) q.b.
Procedimento del sugo di Stoccafisso
Far bollire i ritagli per circa 1 ora per poi passare il tutto per usare il brodo.
Togliere bene le spine dai ritagli e tritarli finemente.
Far rosolare gli ingredienti ed aggiungere il battuto di stoccafisso ed il vino.
Aggiungere il pomodoro e la patata tritata (che sciogliendosi addenserà la salsa) e far bollire aggiungendo il brodo per circa 2 ore e mezzo.
Prima di usare lo Stoccafisso tenerlo sempre a bagno
Si consiglia come pasta da abbinare i tagliatelle, ciavattoni o polenta
I commenti dei partecipanti al CORSO DI CUCINA sullo stoccafisso all’anconitana, curato da Umberto, presso lITALCOOK di Jesi il 10 dicembre 2009.
Ristorante Gino
Piazza Rosselli, 26 – 60126 Ancona – Tel. 071 43310
Ristorante Stockfish
Corso Mazzini,16 – 60121 – Ancona – Tel. 071.8743767
L’ass. Culturale “Uomini delle Navi”, in collaborazione con il prof. Roberto Giulianelli dell’Università Politecnica delle Marche, facoltà di economia, e ATENA Sez. Marche, presenterà nell’ambito di TIPICITA’ in BLU (25-28 maggio 2017) l’iniziativa:
“RICOSTRUZIONE E SVILUPPO. IL CANTIERE DI ANCONA AI TEMPI DI BADARACCO (1946-1969)”.
Si tratta di una mostra fotografica, presso il foyer della sala conferenze alla Mole Vanvitelliana, e due conferenze, stessa sede, con titoli:
“Le navi dello stoccafisso“, tenuta dagli ingeneri navali Gissi e. Frascione il 26 maggio, e
“Ricostruzione e sviluppo. Il cantiere di Ancona ai tempi di Badaracco (1946-1969)” tenuta dal prof Giulianelli il 27 maggio.
L’ing Pasquale Frascione e l’ing. Paolo Gissi ripresenteremo la conferenza sulle navi dello stoccafisso dopo il nostro viaggio in Norvegia, durante il quale hanno incontrato i soci delle varie sedi della “Dante Alighieri”, e potuto visitare il Museo dell’Hurtigruten e l’Archivio di Stato ad Oslo. Sia a Stokmarknes che ad Oslo hanno trovato documenti inediti utili ad ampliare la storia delle quattro navi norvegesi.
NOTE INFORMATIVE
Nel 2003 è stata l’Accademia dello Stoccafisso all’anconitana a promuovere i rapporti tra le città di Ancona e Svolvaer, il capoluogo dell’arcipelago norvegese, luogo principe di pesca del merluzzo che, essiccato all’aria, diventa stoccafisso.
É stato in questa occasione che, visitando il Museo del vaporetto postale di Stokmarkness, vedendo in una fotografia l’inconfondibile Arco di Traiano, abbiamo scoperto che il Cantiere navale dorico, alla fine degli anni ’40, aveva costruito quattro navi e che il governo norvegese, allora privo di valuta pregiata, le aveva pagate anche con un’adeguata fornitura di stoccafisso.
L’Accademia dello stoccafisso all’anconitana ha incaricato nel 2014, l’Ing. Pasquale Frascione e l’Ing. Paolo Gissi, dell’Associazione ‘Uomini delle Navi, di ricercare e documentare questo particolare avvenimento che ha interessato la storia della nostra città.
La conferenza del prof Giulianelli riveste senz’altro grande interesse per una rivisitazione critica di un periodo della storia del cantiere e, di riflesso, della città.
Alla conferenza sarà anche presente la figlia del rag. Giulio Badaracco, Stefania Badaracco. Le foto esposte sono in gran parte inedite e molte sono tratte dall’archivio della famiglia.
Largamente distrutta dai bombardamenti aerei delle forze alleate, quindi dai tedeschi in ritirata, Ancona si rialzò dalla seconda guerra mondiale facendo leva anche sul suo cantiere navale. Nella fase postbellica, la più grande e moderna fabbrica delle Marche fu ricostruita e, dopo un iniziale periodo contrassegnato dall’assenza di commesse, riprese la propria attività realizzando quattro mercantili per la Norvegia, cui seguirono numerose altre navi, in particolare petroliere.
Forte di abili maestranze e di un gruppo di giovani dirigenti, guidati da Giulio Badaracco, il cantiere pilotò la ripresa della città, interpretandone lo spirito di rinascita dopo le atrocità del conflitto. Fu anche teatro delle dure relazioni industriali che, riflesso dello scontro politico in atto nel paese, caratterizzarono l’Italia negli anni del “miracolo economico”.