Libro di Bruno Bravetti, 2008
Il 10 settembre, all’Hotel Excelsior La Fonte, si è tenuta l’11a edizione di Stoccafissando, anche occasione per presentare il libro dedicato al piatto della tradizione anconetana.
Giornalisti e scrittori quando scoprono che il piatto tipico della città è lo stoccafisso all’anconitana, scrivono di paradosso gastronomico perché è quantomeno strano che una città che ha un mare che offre di tutto abbia scelto di eleggere Re della propria tavola il merluzzo, pesce del grande Nord.
Bruno Bravetti, Presidente dell’Accademia dello stoccafisso all’anconitana, con il suo “Stoccafissando storia d’amore anconitana” ricostruisce il legame storico, culturale e sociale fra gli anconitani e lo stoccafisso.
“La nostra è una città nata sul mare e per il mare, gli anconitani hanno una storica perizia nella pesca, amano mangiare il pesce e lo cucinano benissimo – spiega l’autore -. E’ proprio partendo da questa consapevolezza che numerosi scrittori e giornalisti, scoprendo Ancona e il suo stocco, scrivono di paradosso gastronomico! Come è possibile, si chiedono, che gli anconitani che sono immersi al centro del generoso Adriatico, abbiano eletto a Re della propria tavola lo stoccafisso, un pesce pescato nel mare del grande Nord? E’ attorno a questo apparente paradosso che ho lavorato – prosegue Bravetti -. Con i piedi ben piantati nella nostra città, nella sua storia, nella sua cultura, ho sollevato lo sguardo sull’Adriatico e sul Mediterraneo, sull’Europa e, con una cavalcata che parte dal 1431 quando il mercante veneziano Piero Querini, naufragando a nord-ovest della Norvegia, scoprì lo stoccafisso ho cercato di ricostruire il legame, culturale e sociale fra gli anconitani e lo stoccafisso”.
Nell’ultimo capitolo intitolato “Di stoccafisso in stoccafisso in giro per la città” l’autore intreccia la storia di alcune antiche osterie con i profili umani e professionali di 26 famiglie anconitane che da più generazioni si occupano del piatto della tradizione. “Non è una guida, precisa Bravetti, ma la segnalazione che dietro ogni insegna, dalla più umile alla più importante, c’è la storia, l’aspirazione, il lavoro di uomini e di donne, di una o più generazione.”
Tra le vicende storiche, i racconti di tanti personaggi caratteristici della storia di Ancona, la ricerca delle fonti, l’enunciazioni di ricette, il piatto della tradizione da fine conoscitivo diventa strumento narrativo, lo scenario, il palcoscenico sul quale si susseguono gli angoli, i colori e i sapori di una intera comunità.
L’opera è arricchita dalla prefazione del giornalista esperto di marketing Mauro Bignami e dalla colta postfazione di Renato Novelli, docente di sociologia economica dell’Università Politecnica delle Marche.
Nel libro, quindi, (136 pagine, in libreria o www.accademiadellostoccafisso.com) il piatto della tradizione da fine conoscitivo diventa strumento narrativo, lo scenario, il palcoscenico sul quale c’è Ancona con i suoi colori ed i suoi sapori.
Fonte: ilQuotidiano.it e AnconaNotizie.it